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08-09-2022 Fibre alimentari e colesterolemia: alcune sono più efficaci di altre nell’influenzare questo fattore di rischio cardiovascolare

Le fibre alimentari viscose, contenute principalmente nell’orzo e nell’avena, in alcuni legumi e in specifiche varietà di frutta e verdura, hanno un maggior effetto nel controllo della colesterolemia LDL rispetto alle fibre non viscose


27-07-2022 L’abitudine ad aggiungere sale ai cibi a tavola si associa all’aumento della probabilità di morte prima dei 75 anni

Dall’analisi dei dati della coorte della UK Biobank emerge che chi è abituato ad aggiungere sale agli alimenti a tavola corre un rischio significativamente più elevato di mortalità prematura, ed ha quindi una minore aspettativa di vita. Questa associazione si attenuerebbe, almeno in parte, in presenza di alti livelli di consumo di frutta e verdura


27-07-2022 Il consumo di un avocado al giorno non è sufficiente per modificare significativamente l’obesità viscerale

L’introduzione di un avocado al giorno nella dieta abituale, per sei mesi, nell’ambito di uno studio randomizzato e controllato, non ha avuto alcun effetto significativo sul grasso viscerale, epatico o sulla circonferenza vita in soggetti con sovrappeso o obesità


27-07-2022 Seguire una dieta complessivamente pro-infiammatoria può compromettere massa e tono muscolare dopo i 50 anni

La probabilità di andare incontro a perdita di massa e di tono muscolari, noti fattori di rischio della sarcopenia, è maggiore per le persone con più di 50 anni che seguono una dieta con un alto potenziale pro-infiammatorio


07-07-2022 Proteine alimentari e salute: i risultati (non ancora conclusivi) di una umbrella review

Dall’analisi combinata dei risultati di 58 metanalisi emergono i limiti delle evidenze sperimentali relative agli effetti di salute delle proteine. Il consumo di proteine di origine vegetale sembrerebbe ridurre il rischio di diabete di tipo 2 che, in base a una sola metanalisi, sarebbe blandamente aumentato in presenza dei livelli di assunzione più elevati di proteine provenienti da fonti animali


07-07-2022 Valori più elevati di DHA nel sangue (conseguenza di un maggiore apporto con la dieta) aumentano gli anni di vita vissuti senza malattia di Alzheimer

Le persone con più alti livelli di DHA nelle membrane dei globuli rossi si sono rivelate più protette, in questo studio prospettico, nei confronti del rischio di malattia di Alzheimer rispetto ai soggetti con valori più bassi; l’effetto era maggiore nelle persone predisposte geneticamente al rischio di sviluppare questo tipo di demenza


07-07-2022 Qualità nutrizionale delle alternative a base di soia di alimenti di origine animale

Sostituti del latte e della carne a base di proteine di soia, ancorché “ultra-processati”, possono svolgere un interessante ruolo nutrizionale, facilitando anche la transizione dei consumatori verso un maggiore consumo di alimenti vegetali e con un limitato impatto ambientale


20-06-2022 Prevalenza e incidenza di steatosi epatica non alcolica: il ruolo dei diversi acidi grassi polinsaturi

In uomini e donne finlandesi, concentrazioni sieriche più elevate di acidi grassi polinsaturi sono inversamente associate al rischio di steatosi epatica non alcolica. L’associazione più forte risulta essere quella con i polinsaturi della serie omega-6 (specie l’acido linoleico)


20-06-2022 La sedentarietà prolungata si conferma associata all’aumento del rischio di alcune gravi patologie e della mortalità per tutte le cause

Gli individui che trascorrono seduti un periodo prolungato nel corso della giornata (oltre 8 ore) vanno incontro ad un aumento della probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e di morte per qualunque causa. Praticare regolarmente attività fisica con moderazione, come suggerito dall’OMS, attenuerebbe efficacemente i rischi connessi alla sedentarietà


20-06-2022 I benefici dei derivati del latte per la depressione potrebbero essere modulati dal loro grado di fermentazione

In una popolazione di consumatori di quantità elevate di latte e derivati, la probabilità di manifestare sintomi depressivi è risultata ridotta per coloro che assumono regolarmente prodotti fermentati, ma non in coloro che prediligono prodotti lattiero caseari non fermentati, nei quali il rischio di sviluppare la patologia sembra invece aumentare


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