Alcuni studi hanno suggerito un’associazione diretta tra il consumo di alimenti dolci e il rischio di sviluppo di depressione. Dal monitoraggio condotto nell’ambito del Women's Health Initiative Observational Study, che ha seguito per tre anni 87.618 donne (di 59-70 anni di età al momento dell’arruolamento), è emerso invece che l’incidenza di depressione non è associata all’assunzione degli zuccheri, o dei carboidrati totali, ma piuttosto all’indice glicemico medio della dieta. Infatti, i ricercatori hanno osservato un aumento (del 20% circa) del rischio di depressione passando dal primo quintile, al quale appartenevano le donne con indice glicemico della dieta più basso, al quinto, corrispondente al gruppo di donne con indice glicemico più alto; un analogo trend è stato rilevato per il saccarosio aggiunto. Il consumo di frutta fresca, e quindi di fruttosio, di verdura, di fibra e l’assunzione di lattosio (lo zucchero del latte) sono risultati invece associati a un minore rischio di depressione. Queste osservazioni suggeriscono che l’alimentazione possa rappresentare un tassello non secondario nella prevenzione della depressione in post-menopausa.
Glossario
Incidenza
Il numero di nuovi casi osservati in una popolazione nell'unità di tempo (in genere un anno). Un'incidenza dell'infarto in una popolazione dell'1 per mille indica che, ogni anno, un soggetto su mille viene colpito dalla malattia. Da non confondere con "prevalenza" (vedi).
Carboidrati
Rappresentano la principale fonte energetica della dieta. Sono di due tipi: semplici e complessi. I semplici sono gli zuccheri, i complessi includono amido e fibra. Forniscono 4 calorie per grammo. Si trovano naturalmente in pane, cereali, frutta, verdura, latte e latticini. Torte, biscotti, gelati, caramelle, succhi di frutta e altri alimenti di questo tipo sono ricchi di zuccheri.
Indice glicemico
L'Indice Glicemico (Glycemic Index, o GI della letteratura anglosassone) è un indice della risposta glicemica indotta, nello stesso soggetto, da una quantità specifica di carboidrati in rapporto a un’equivalente quantità di carboidrati proveniente da un alimento standard.
High glycemic index diet as a risk factor for depression: analyses from the Women's Health Initiative.
Gangwisch JE, Hale L, Garcia L, Malaspina D, Opler MG, Payne ME, Rossom RC, Lane D.
Am J Clin Nutr. 2015 Jun 24. pii: ajcn103846. [Epub ahead of print]BACKGROUND: The consumption of sweetened beverages, refined foods, and pastries has been shown to be associated with an increased risk of depression in longitudinal studies. However, any influence that refined carbohydrates has on mood could be commensurate with their proportion in the overall diet; studies are therefore needed that measure overall intakes of carbohydrate and sugar, glycemic index (GI), and glycemic load.
OBJECTIVE: We hypothesized that higher dietary GI and glycemic load would be associated with greater odds of the prevalence and incidence of depression.
DESIGN: This was a prospective cohort study to investigate the relations between dietary GI, glycemic load, and other carbohydrate measures (added sugars, total sugars, glucose, sucrose, lactose, fructose, starch, carbohydrate) and depression in postmenopausal women who participated in the Women's Health Initiative Observational Study at baseline between 1994 and 1998 (n = 87,618) and at the 3-y follow-up (n = 69,954).
RESULTS: We found a progressively higher dietary GI to be associated with increasing odds of incident depression in fully adjusted models (OR for the fifth vs. first quintile: 1.22; 95% CI: 1.09, 1.37), with the trend being statistically significant (P = 0.0032). Progressively higher consumption of dietary added sugars was also associated with increasing odds of incident depression (OR for the fifth vs. first quintile: 1.23; 95% CI: 1.07, 1.41; P-trend = 0.0029). Higher consumption of lactose, fiber, nonjuice fruit, and vegetables was significantly associated with lower odds of incident depression, and nonwhole/refined grain consumption was associated with increased odds of depression.
CONCLUSIONS: The results from this study suggest that high-GI diets could be a risk factor for depression in postmenopausal women. Randomized trials should be undertaken to examine the question of whether diets rich in low-GI foods could serve as treatments and primary preventive measures for depression in postmenopausal women.