L’indicazione a preferire il latte parzialmente scremato o addirittura scremato a partire dai due anni di vita del bambino è comune a diverse linee guida pediatriche, con l’obiettivo di assicurare la quota di calcio (che nel latte è in forma altamente biodisponibile) adeguata a garantire la crescita corretta e al tempo stesso contenere l’apporto di calorie e grassi saturi.
Infatti, si ritiene generalmente che il consumo di latte intero nei bambini, in virtù di un più alto contenuto in grassi totali e saturi e della maggiore densità energetica rispetto al latte scremato o parzialmente scremato, possa favorire, col tempo, lo sviluppo dell’obesità e predisporre, a distanza di anni, a un maggiore rischio cardiometabolico.
Suggerisce invece il contrario questo studio prospettico condotto in una popolazione di 796 bambini afferenti al Project Viva study, combinando i risultati dei questionari sulle abitudini alimentari, compreso il consumo di latte, all’età di 3,2 anni, con i valori antropometrici e i parametri metabolici, quali trigliceridemia, glicemia, colesterolemia e pressione sanguigna misurati all’età di 13,2 anni. Da una prima analisi dei dati è emersa una correlazione negativa tra contenuto lipidico del latte consumato nella prima infanzia e gli indici di adiposità valutati nell’adolescenza, che erano più favorevoli per i bambini che consumavano latte intero (3,25% di grassi) o comunque con un contenuto di grassi più elevato (2% in media) fino a 2 volte al giorno a 3 anni, rispetto a coloro che all stessa età assumevano invece latte con un tenore di grassi più basso (1% in media). Tale correlazione scompare in seguito all’aggiustamento dei dati per l’indice di massa corporea all’inizio dell’osservazione e per le sue variazioni tra 2 e 3 anni, confermando l’indipendenza dell’adiposità e dei parametri metabolici negli anni dell’adolescenza dal contenuto di grassi del latte consumato nella prima infanzia.
Per spiegare il risultato, i ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che il consumo di latte ad alto contenuto di grassi induca un maggiore senso di sazietà, riducendo, presumibilmente, il consumo di altri alimenti a maggiore densità energetica durante la giornata.
Nel complesso, questi risultati, seppur da confermare in trial clinici e studi più ampi, non supportano le raccomandazioni secondo le quali il consumo di latte scremato o parzialmente scremato nella prima infanzia contribuirebbe a prevenire lo sviluppo di sovrappeso e obesità negli anni successivi; al contrario, confermano i risultati di studi più recenti secondo i quali non esisterebbe al proposito una significativa differenza tra le diverse tipologia di latte vaccino a differente contenuto di grassi.
Glossario
Grassi saturi
Grasso solidi a temperatura ambiente. Negli alimenti si trovano combinazioni di acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi e saturi. I saturi si trovano nei latticini ricchi di grassi come formaggio, latte intero, burro, nelle carni, nella pelle e nel grasso di pollo e tacchino, nel lardo, nell’olio di palma e di cocco. Hanno lo stesso apporto calorico degli altri grassi e possono contribuire all’aumento di peso se consumati in eccesso. Una dieta ricca di grassi saturi può anche elevare il tasso di colesterolo nel sangue e quindi il rischio di patologie cardiache.
Correlazione
Valutazione della relazione esistente tra differenti variabili, che non implica necessariamente un rapporto di causa ed effetto tra loro. Il tipo di relazione più frequentemente studiato è quello lineare (una retta in un piano cartesiano) in questo caso la forza della correlazione viene espressa con un numero (r) che varia da -1 (la maggiore correlazione negativa possibile) a +1 (la maggiore correlazione positiva possibile) un valore pari a 0 indica assenza di qualsiasi correlazione.
Association of cow's milk intake in early childhood with adiposity and cardiometabolic risk in early adolescence
McGovern C, Rifas-Shiman SL, Switkowski KM, Baidal JAW, Lightdale JR, Hivert MF, Oken E, Aris IM
Am J Clin Nutr. 2022 Apr 19:nqac103. doi: 10.1093/ajcn/nqac103. Epub ahead of print. PMID: 35441227Background: Prior studies have provided conflicting evidence regarding associations of pediatric milk consumption with subsequent adiposity.
Objective: We aimed to estimate associations of the frequency and fat content of early childhood milk intake with early adolescent adiposity and cardiometabolic risk.
Methods: : We analyzed data collected prospectively from 796 children in Project Viva, a Boston-area pre-birth cohort. Parents reported the frequency (times/day) and fat content (higher-fat: whole (3.25%) or 2%; lower-fat: 1% or skim) of cow's milk consumed in early childhood (mean 3.2 years) via food-frequency questionnaires. We measured adiposity and cardiometabolic markers in early adolescence (mean 13.2 years) and conducted multivariable regression to assess associations adjusted for baseline parental and child sociodemographic, anthropometric, and dietary factors.
Results: In early childhood, mean milk intake was 2.3 times/day (standard deviation [SD] 1.2), and 63% of children drank primarily higher-fat milk. Early childhood BMI z-score (BMIz) was inversely associated with the fat content of milk consumed in early childhood. After adjustment for baseline parent and child factors, early childhood intake of higher-fat compared with lower-fat milk was associated with lower adiposity; however, the 95% confidence intervals (CI) for most adiposity outcomes-except for odds of overweight/obesity (OR 0.60; 95% CI: 0.38, 0.93)-crossed the null after adjustment for baseline child BMIz and BMIz change between ages 2 and 3 years. Early childhood consumption of higher-fat milk (vs. lower-fat milk) was not associated with adverse cardiometabolic outcomes. The frequency of cow's milk consumed in early childhood was not associated with adiposity or cardiometabolic risk in early adolescence.
Conclusion: Consumption of higher-fat cow's milk in early childhood was not associated with increased adiposity or adverse cardiometabolic health over a decade later. Our findings do not support current recommendations to consume lower-fat milk to reduce the risk of later obesity and adverse