La sempre maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente in cui viviamo ha avuto un impatto significativo negli ultimi anni anche sulla ricerca in ambito nutrizionale; allo studio degli effetti dei vari modelli alimentari sul rischio delle principali malattie degenerative è stata affiancata infatti una valutazione dell’impatto ambientale delle filiere produttive. Il modello più studiato, in questo contesto, è probabilmente EAT-Lancet, sviluppato e pubblicato nel 2019 da un gruppo internazionale di esperti, caratterizzato da una preponderanza degli alimenti di origine vegetale e da una ridotta presenza di alimenti di origine animale.
Questo studio recente ha valutato in una coorte ben caratterizzata (composta da circa 24.000 soggetti senza malattie cardiovascolari e diabete al momento dell’arruolamento per il Malmoe Diet and Cancer study, che sono stati seguiti per una media di 25 anni circa) la correlazione tra il livello di aderenza al modello EAT-Lancet, stimata mediante un semplice sistema a punteggio basato sui consumi di 14 alimenti (7 con effetto considerato favorevole, e 7 con effetto considerato invece sfavorevole), e il rischio di eventi cardiovascolari nel tempo.
Gli autori hanno osservato che i soggetti con una maggiore adesione al modello dietetico EAT-Lancet sono andati incontro a una riduzione significativa (fino al 20%) del rischio di eventi cardiovascolari durante il follow-up. È interessante osservare tuttavia che, con la sola eccezione della frutta, nessuno dei 14 alimenti considerati, se valutato individualmente, ha mostrato una significativa associazione con gli eventi stessi, protettiva o sfavorevole.
I risultati di questo studio, di conseguenza, confermano la sostanziale validità in termini di specifici effetti di salute dell’approccio EAT-Lancet, il cui obiettivo principale è la scelta di alimenti con un basso impatto ambientale complessivo. Più in generale, rimane tuttavia irrisolta la delicata questione dell’equilibrio ottimale tra la riduzione del rischio cardiovascolare (o di malattia) delle persone e la protezione dell’ambiente, e quindi anche della composizione ottimale della dieta, inclusa la ripartizione di energia e nutrienti tra gli alimenti di origine vegetale e animale. Tale aspetto, anche alla luce dei continui progressi nel miglioramento della sostenibilità delle filiere produttive, dovrà essere oggetto di ulteriori studi, condotti con metodologie rigorose e condivise.
Glossario
Diabete
Una patologia che si verifica quando l’organismo non è in grado di utilizzare il glucosio ematico. I livelli di glicemia sono controllati dall’insulina, un ormone prodotto dall’organismo che favorisce l’ingresso del glucosio nelle cellule muscolari e adipose. Il diabete insorge quando il pancreas non produce abbastanza insulina o l’organismo non risponde all’insulina che è stata prodotta.
Correlazione
Valutazione della relazione esistente tra differenti variabili, che non implica necessariamente un rapporto di causa ed effetto tra loro. Il tipo di relazione più frequentemente studiato è quello lineare (una retta in un piano cartesiano) in questo caso la forza della correlazione viene espressa con un numero (r) che varia da -1 (la maggiore correlazione negativa possibile) a +1 (la maggiore correlazione positiva possibile) un valore pari a 0 indica assenza di qualsiasi correlazione.
Adherence to the EAT-Lancet diet and risk of coronary events in the Malmö Diet and Cancer cohort study
Zhang S, Dukuzimana J, Stubbendorff A, Ericson U, Borné Y, Sonestedt E.
Am J Clin Nutr. 2023 May;117(5):903-909. doi: 10.1016/j.ajcnut.2023.02.018.BACKGROUND: The EAT-Lancet Commission proposed a globally environmentally sustainable dietary pattern featuring mainly plant-based foods in 2019. However, evidence on this dietary pattern in preventing coronary events is minimal.
OBJECTIVES: We aimed to examine the association between the EAT-Lancet diet and risk of coronary events.
METHODS: The Malmö Diet and Cancer cohort study (recruited between 1991 and 1996) included 23,877 participants aged 44.5-73.6 y (62.5% women) without CVDs and diabetes at baseline. A modified diet history was used to collect the dietary data. An EAT-Lancet diet index (range, 0-42 points) was applied on the basis of 14 food components scored 0 (nonadherence) to 3 (adherence). Coronary events were extracted from the registers. Cox proportional hazards models were used to estimate the HRs and 95% confidential intervals (CIs).
RESULTS: Over a median of 24.9 y of follow-up, 3031 coronary events occurred (incidence rate: 5.89/1000 person-years). After adjusting for age, sex, dietary assessment methods, season, total energy intake, leisure-time physical activity, alcohol consumption, smoking status, educational level, and BMI, the multivariable HR (95% CI) for coronary events among participants who had the highest adherence to the EAT-Lancet diet index (≥23 points, 8.1%) was 0.80 (0.67, 0.96) compared with those who had the lowest adherence (≤13 points, 9.7%) (P-trend = 0.01 across 5 groups of the EAT-Lancet diet). The inverse association was consistent in men and women and was robust after excluding those with misreported energy and significant diet changes or excluding coronary events occurred within the first 2 y of follow-up.
CONCLUSIONS: Our data indicate that adherence to the EAT-Lancet diet was associated with a lower risk of coronary events.