È importante cosa (e quanto) mangiamo oppure è più rilevante a che ora consumiamo i nostri pasti? Mentre alcune conferme sperimentali hanno effettivamente evidenziato una certa importanza al proposito dell'ora e della composizione della cena, il dibattito si è recentemente spostato soprattutto sull’opportunità di concentrare l’apporto calorico della giornata in un tempo limitato: in genere 8 ore, seguite da 16 ore di sostanziale digiuno. Questa modalità di consumo dei pasti, spesso definita “digiuno intermittente”, amplificherebbe infatti secondo alcuni esperti gli effetti della dieta sul controllo ponderale, permettendo anche di sfruttare gli effetti metabolici favorevoli che il digiuno o la restrizione calorica attiverebbero a livello cellulare.
Il tema è stato affrontato in modo rigoroso in uno studio controllato e randomizzato, condotto in Cina e pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine, per il quale in 139 soggetti obesi (BMI: 28-45) è stato valutato l’effetto di una classica dieta ipocalorica (da 1500 a 1800 kcal per gli uomini, e da 1200 a 1500 kcal per le donne), con l’apporto energetico distribuito nell’intera giornata, o di una dieta nella quale le stesse calorie erano concentrate tra le 8 del mattino e le 4 del pomeriggio.
Al termine dei 12 mesi di intervento il calo ponderale è risultato non significativamente differente tra i due gruppi, così come gli effetti sulla circonferenza addominale e sulla massa grassa e magra, che erano gli obiettivi secondari dello studio. Non è stata osservata nessuna differenza significativa nemmeno tra i valori della pressione arteriosa e i parametri metabolici dei due gruppi di soggetti; anche gli effetti collaterali rilevati per i due interventi (portati a termine da circa l’85% delle persone arruolate) sono risultati simili.
Il lavoro di Liu e coll. sembra quindi suggerire che sia l’apporto calorico complessivo, piuttosto che la sua distribuzione nella giornata, a guidare il calo ponderale. Gli autori dell’editoriale di accompagnamento osservano tuttavia che, nella popolazione cinese considerata, era già operativa una sorta di restrizione temporale dell’apporto calorico, che era limitato a poco più di 10 ore al giorno; inoltre, sottolineano come l’effetto più interessante del digiuno intermittente sarebbe in realtà di rendere superflua la restrizione calorica: un aspetto che non poteva essere studiato con il protocollo utilizzato. È quindi necessario che questi risultati siano confermati da altri studi, in gruppi di pazienti differenti (per esempio sovrappeso e non obesi) e con differenti abitudini alimentari di partenza
Glossario
Circonferenza addominale
Una misura del girovita. Il grasso che si concentra a livello dell\'addome aumenta il rischio di incorrere in problemi di salute collegati all\'obesità.
Pressione arteriosa
Pressione del sangue nelle arterie dovuto all'attività contrattile del muscolo cardiaco e alla resistenza vascolare periferica, distinta in sistolica o massima e diastolica o minima.
Calorie Restriction with or without Time-Restricted Eating in Weight Loss
Liu D, Huang Y, Huang C, Yang S, Wei X, Zhang P, Guo D, Lin J, Xu B, Li C, He H, He J, Liu S, Shi L, Xue Y, Zhang H
N Engl J Med. 2022 Apr 21;386(16):1495-1504. doi: 10.1056/NEJMoa2114833Background: The long-term efficacy and safety of time-restricted eating for weight loss are not clear.
Methods: We randomly assigned 139 patients with obesity to time-restricted eating (eating only between 8:00 a.m. and 4:00 p.m.) with calorie restriction or daily calorie restriction alone. For 12 months, all the participants were instructed to follow a calorie-restricted diet that consisted of 1500 to 1800 kcal per day for men and 1200 to 1500 kcal per day for women. The primary outcome was the difference between the two groups in the change from baseline in body weight; secondary outcomes included changes in waist circumference, body-mass index (BMI), amount of body fat, and measures of metabolic risk factors.
Results: Of the total 139 participants who underwent randomization, 118 (84.9%) completed the 12-month follow-up visit. The mean weight loss from baseline at 12 months was -8.0 kg (95% confidence interval [CI], -9.6 to -6.4) in the time-restriction group and -6.3 kg (95% CI, -7.8 to -4.7) in the daily-calorie-restriction group. Changes in weight were not significantly different in the two groups at the 12-month assessment (net difference, -1.8 kg; 95% CI, -4.0 to 0.4; P = 0.11). Results of analyses of waist circumferences, BMI, body fat, body lean mass, blood pressure, and metabolic risk factors were consistent with the results of the primary outcome. In addition, there were no substantial differences between the groups in the numbers of adverse events.
Conclusions: Among patients with obesity, a regimen of time-restricted eating was not more beneficial with regard to reduction in body weight, body fat, or metabolic risk factors than daily calorie restriction.