Gli effetti del consumo di olio di palma sulla colesterolemia, nella popolazione sana, continuano a essere oggetto di dibattito e di studio. Questa metanalisi, condotta da un gruppo di ricerca cinese, ha esaminato gli studi sull’argomento reperibili in letteratura, dopo averli selezionati secondo una metodologia molto rigorosa, per ridurre l’effetto di possibili fattori confondenti.
Sono state considerate le ricerche randomizzate in cui si confrontavano regimi alimentari ad alto apporto di olio di palma, a confronto con regimi ad alto apporto di monoinsaturi (acido oleico), o di polinsaturi; la durata del confronto doveva essere superiore alle due settimane, che è il minimo intervallo di tempo necessario perchè il profilo lipidemico si adatti al regime alimentare fornito; la popolazione inclusa negli studi doveva essere sana, cioè non soffrire di malattie cardiometaboliche, o avere un rischio cardiovascolare a 10 anni superiore al 20% (secondo il punteggio di rischio Framingham) e non doveva assumere farmaci, come i contraccettivi orali estroprogestinici, per esempio, perché è noto che questi farmaci sono spesso associati ad aumento della colesterolemia e dei livelli di trigliceridi.
I ricercatori hanno valutato, al termine di questo processo di selezione, 11 studi, concludendo che il consumo di olio di palma esercita sulla lipidemia effetti simili a quelli dei grassi ricchi in monoinsaturi. La metanalisi dimostra infatti che il consumo di olio di palma non aumenta la colesterolemia totale, la colesterolemia LDL e i livelli plasmatici dei trigliceridi, mentre rileva invece un incremento della concentrazione del colesterolo HDL (+5/6 mg/dL), limitata però ai soggetti in cui l’apporto totale di grassi rappresentava più del 30% delle calorie quotidiane (si ricorda che, secondo le linee guida nutrizionali, l’apporto totale di grassi non dovrebbe eccede il 30% del totale energetico, limitando al 10% la quota fornita dai grassi saturi).
Una possibile spiegazione dell’assenza di effetti dell’olio di palma sul profilo lipidico sta nel fatto che gli acidi grassi saturi, in questo olio tropicale, si trovano soprattutto nelle posizioni “esterne” dei trigliceridi (cosiddette posizioni sn 1,3), e vengono di conseguenza più efficacemente staccati dalle lipasi (e persi con le feci) rispetto all’acido grasso “centrale” (o sn 2), che viene invece maggiormente assorbito a livello intestinale, e che è spesso un mono- o un polinsaturo nell’olio di palma. La componente in acidi grassi saturi, nonostante sia quindi quantitativamente prevalente in questo olio, non svolgerebbe l’atteso effetto di aumento sulla colesterolemia LDL perché questi saturi sarebbero in realtà assorbiti in quantità molto limitata.
Glossario
Metanalisi
Tecnica che combina i risultati di molti studi, di impianto simile e che hanno esaminato quesiti simili, per aumentare la numerosità del campione di valori su cui si ragiona e quindi l'affidabilità delle conclusioni.
Trigliceridi
Sono sostanze lipidiche (grasse) che circolano nel sangue; la loro struttura è caratterizzata da una molecola di glicerolo a cui sono legate (esterificazione) tre molecole di acidi grassi; originano, in parte, dai grassi assunti con l'alimentazione, in parte vengono prodotti nel fegato e nel tessuto adiposo a partire da carboidrati.
Colesterolo
Presente nel sangue, costituente essenziale della membrana cellulare, interviene nella formazione degli ormoni sessuali e corticosteroidei e dei sali biliari. Può essere di origine esogena (alimentare) ed endogena (sintesi epatica). Nel sangue il colesterolo è veicolato tramite i trigliceridi e le lipoproteine (HDL e LDL).
Grassi saturi
Grasso solidi a temperatura ambiente. Negli alimenti si trovano combinazioni di acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi e saturi. I saturi si trovano nei latticini ricchi di grassi come formaggio, latte intero, burro, nelle carni, nella pelle e nel grasso di pollo e tacchino, nel lardo, nell’olio di palma e di cocco. Hanno lo stesso apporto calorico degli altri grassi e possono contribuire all’aumento di peso se consumati in eccesso. Una dieta ricca di grassi saturi può anche elevare il tasso di colesterolo nel sangue e quindi il rischio di patologie cardiache.
Effect of palm oil consumption on plasma lipid concentrations related to cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis.
Wang F, Zhao D, Yang Y, Zhang L.
Asia Pac J Clin Nutr. 2019;28(3):495-506BACKGROUND AND OBJECTIVES: The precise association between palm oil consumption and lipid-related cardiovascular disease risk remains unclear. A systematic review was thus performed to assess whether palm oil consumption has a negative effect on plasma lipid-related cardiovascular disease marker levels.
METHODS AND STUDY DESIGN: In June 2018, the electronic bibliographic databases PubMed, EMBASE (Ovid), the Cochrane Library (Ovid) and the Chinese National Knowledge Infrastructure were searched and a total of 11 eligible dietary intervention articles involving 961 volunteers were selected. Both random and fixed effect models were used to calculate pooled weighted mean differences (WMD).
RESULTS: A total of 11 articles involving 547 participants met the inclusion criteria. The pooled analysis revealed that palm oil increased the concentration of high-density lipoprotein cholesterol (WMD: 0.15 mmol/L; p<0.00001). Palm oil consumption had no significant effects on blood total cholesterol (WMD: -0.01 mmol/L; p=0.82) and LDL-c (WMD: -0.05mmol/L; p=0.10) and triglyceride concentrations (WMD: 0.00 mmol/L; p=0.96), relative to the effects of unsaturated fatty acid consumption. Subgroup analyses revealed that palm oil has a beneficial effect on High-density lipoprotein cholesterol levels when more than 30% of total dietary energy was constituted by fat.
CONCLUSIONS: This review revealed that palm oil does not induce increases in cardiovascular disease risk risk-related biomarkers relative to unsaturated fatty acids. Furthermore, larger-scale samples of human dietary intervention trials are required to increase the accuracy of meta-analyses.