La sedentarietà è stata da qualcuno definita la malattia del XXI secolo: i dati epidemiologici mostrano infatti che circa un quarto -un terzo della popolazione mondiale, e soprattutto della popolazione femminile, non pratica livelli sufficienti di attività fisica. Con conseguenze molto sfavorevoli: secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, l’insufficiente esercizio fisico è la quarta causa di morte, per frequenza, nel mondo.
La camminata figura tra le tipologie di attività fisica più indagate: è facilmente praticabile e le moderne tecnologie wearable (tra le quali molti orologi da polso) sono inoltre in grado di monitorarla, giorno per giorno. Tuttavia, nonostante le numerose dimostrazioni dei benefici per la salute, le attuali linee guida europee per l'attività fisica non comprendono raccomandazioni specifiche sul numero ottimale di passi necessari per ottenere effetti protettivi.
Per definire quantitativamente, questo aspetto, gli autori della metanalisi hanno analizzato i risultati di 17 studi di coorte, per un totale di 226.889 partecipanti, che hanno valutato la relazione tra numero di passi giornalieri e diversi outcome di salute. Dallo studio è emersa una chiara associazione inversa tra il numero dei passi giornalieri e il rischio di mortalità per tutte le cause. In particolare, è stato dimostrato che a un incremento di 1.000 passi/giorno corrisponde una riduzione del 15% della mortalità per tutte le cause e, analogamente, a un incremento di 500 passi/giorno si associa a una riduzione del 7% del rischio di mortalità cardiovascolare. Oltre i 5.000 passi giornalieri si osserva comunque una riduzione ampia e significativa (-50%) della mortalità per tutte le cause.
Questo studio è stato il primo, secondo gli autori, a considerare come variabili - oltre a sesso ed età - anche le differenze in base alle zone meteorologiche; tuttavia, non sono emerse significative differenze associate ad alcuno di questi parametri.
I dati ottenuti, per la loro provenienza da studi di epidemiologia osservazionale, non consentono com’è noto di stabilire relazioni di tipo causa-effetto tra l’attività fisica e la riduzione della mortalità; essi aiutano tuttavia a ridefinire i livelli di attività e il numero di passi cui si associano benefici significativi per la salute, promuovendo l’importanza dell’attività fisica nella consapevolezza pubblica, in particolare per attività facilmente praticabili, come camminare.
Glossario
Metanalisi
Tecnica che combina i risultati di molti studi, di impianto simile e che hanno esaminato quesiti simili, per aumentare la numerosità del campione di valori su cui si ragiona e quindi l'affidabilità delle conclusioni.
The association between daily step count and all-cause and cardiovascular mortality: a meta-analysis
Banach M, Lewek J, Surma S, Penson PE, Sahebkar A, Martin SS, Bajraktari G, Henein MY, Reiner Ž, Bielecka-Dabrowa A, Bytyçi I.
Eur J Prev Cardiol. 2023 Aug 9:zwad229. doi: 10.1093/eurjpc/zwad229. Online ahead of print. PMID: 37555441AIMS: There is good evidence showing that inactivity and walking minimal steps/day increase the risk of cardiovascular (CV) disease and general ill-health. The optimal number of steps and their role in health is, however, still unclear. Therefore, in this meta-analysis, we aimed to evaluate the relationship between step count and all-cause mortality and CV mortality.
METHODS AND RESULTS: We systematically searched relevant electronic databases from inception until 12 June 2022. The main endpoints were all-cause mortality and CV mortality. An inverse-variance weighted random-effects model was used to calculate the number of steps/day and mortality. Seventeen cohort studies with a total of 226 889 participants (generally healthy or patients at CV risk) with a median follow-up 7.1 years were included in the meta-analysis. A 1000-step increment was associated with a 15% decreased risk of all-cause mortality [hazard ratio (HR) 0.85; 95% confidence interval (CI) 0.81–0.91; P < 0.001], while a 500-step increment was associated with a 7% decrease in CV mortality (HR 0.93; 95% CI 0.91–0.95; P < 0.001). Compared with the reference quartile with median steps/day 3867 (2500–6675), the Quartile 1 (Q1, median steps: 5537), Quartile 2 (Q2, median steps 7370), and Quartile 3 (Q3, median steps 11 529) were associated with lower risk for all-cause mortality (48, 55, and 67%, respectively; P < 0.05, for all). Similarly, compared with the lowest quartile of steps/day used as reference [median steps 2337, interquartile range 1596–4000), higher quartiles of steps/day (Q1 = 3982, Q2 = 6661, and Q3 = 10 413) were linearly associated with a reduced risk of CV mortality (16, 49, and 77%; P < 0.05, for all). Using a restricted cubic splines model, we observed a nonlinear dose–response association between step count and all-cause and CV mortality (Pnonlineraly < 0.001, for both) with a progressively lower risk of mortality with an increased step count.
CONCLUSION: This meta-analysis demonstrates a significant inverse association between daily step count and all-cause mortality and CV mortality with more the better over the cut-off point of 3867 steps/day for all-cause mortality and only 2337 steps for CV mortality.