L’approccio nutrizionale alla depressione, che colpisce circa 350 milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto nelle fasce d’età più giovani, sta acquisendo sempre maggiore interesse tra i clinici e i ricercatori, soprattutto allo scopo di superare i limiti dei trattamenti ad oggi disponibili per questa patologia.
Si inserisce in questo contesto lo studio di intervento controllato e randomizzato, condotto da un team di ricerca australiano per 12 settimane in un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni ai quali era stato precedentemente diagnosticato un disturbo depressivo maggiore. I 72 partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi: i ragazzi del gruppo di intervento hanno ricevuto all’inizio dello studio, con un rinforzo dopo 6 settimane, informazioni riguardo la dieta mediterranea, finalizzate a promuovere e assicurare la loro aderenza a questo modello alimentare; il gruppo di controllo ha incontrato i ricercatori nelle stesse occasioni, per parlare però di argomenti di carattere generale (sport, film e hobby), ma senza ricevere informazioni nutrizionali. Ad entrambi i gruppi di partecipanti era chiesto di segnalare i consumi di alimenti e bevande durante l’intera giornata, e di non modificare per tutta la durata dello studio alcun aspetto dello stile di vita abituale (con l’eccezione dell’alimentazione).
Al termine dello studio i giovani arruolati nel gruppo di intervento avevano modificato significativamente le proprie abitudini alimentari: l’avvicinamento al modello mediterraneo, ricco di vegetali, legumi e cereali integrali, pesce grasso, olio d’oliva e frutta secca a guscio, è risultato associato a un miglioramento della loro salute mentale, rispetto al gruppo di controllo, dimostrato dai punteggi significativamente più alti nei test sulla qualità della vita e più bassi nella scala di valutazione della depressione. Per spiegare questi effetti favorevoli, i ricercatori ricordano che il modello mediterraneo, grazie soprattutto alla presenza di vegetali, è stato associato a una riduzione dello stress ossidativo, noto per essere coinvolto nell’insorgenza o nell’aggravamento dei disturbi psicologici. Inoltre, la dieta mediterranea sembrerebbe migliorare la concentrazione, il sonno e la memoria, e svolgere un’azione di tipo antinfiammatorio, mentre imparare a cucinare nuovi alimenti avrebbe un effetto favorevole sulla salute mentale.
Nel complesso, questi risultati dimostrano che l’alimentazione può svolgere un ruolo importante nell’evoluzione della depressione e suggeriscono che medici e psicologi dovrebbero prendere in considerazione l’approccio nutrizionale ai giovani pazienti, come parte del trattamento per questa patologia. Un aspetto da non sottovalutare, considerando che circa il 30% dei pazienti non risponde adeguatamente ai trattamenti standard per il disturbo depressivo, come la terapia cognitivo-comportamentale e i farmaci antidepressivi.
Glossario
Dieta mediterranea
Regime alimentare a base di cereali integrali, legumi, ortaggi, frutta, olio d'oliva.
The effect of a Mediterranean diet on the symptoms of depression in young males (the “AMMEND” study): A Randomized Control Trial
Bayes J, Schloss J, Sibbritt D.
Am J Clin Nutr. 2022 Apr 20:nqac106. doi: 10.1093/ajcn/nqac106. Epub ahead of print. PMID: 35441666.Backgroubd: Depression is a common mental health condition which affects 1 in 8 males each year, especially young adults. Young adulthood offers an opportunity for early dietary interventions, with research suggesting that a Mediterranean diet (MD) could be beneficial in treating depression.
Objective: This study aimed to determine if a MD can improve depressive symptoms in young males with clinical depression.
Methods: A 12-week, parallel-group, open-label, randomized control trial was conducted to assess the effect of a MD intervention in the treatment of moderate to severe depression in young males (18-25 years). Befriending therapy was chosen for the control group. Assessments were taken at baseline, week 6 and week 12. MD adherence was measured with the Mediterranean Adherence Score (MEDAS). The primary outcome measure was the Beck Depression Inventory Scale (BDI-II) and secondary outcome was Quality of Life (QoL).
Results: A total of 72 participants completed the study. After 12 weeks, the MEDAS scores were significantly higher in the MD group compared to the befriending group (Mean diff: 7.8, 95% CI: 7.23, 8.37, p<0.001). The mean change in BDI-II score was significantly higher in the MD group compared to the befriending group at week 12 (Mean diff: 14.4, 95% CI: 11.41, 17.39, p<0.001). The mean change in QoL score was also significantly higher in the MD group compared to the befriending group at week 12 (Mean diff: 12.7, 95% CI: 7.92, 17.48), p<0.001).
Conclusion: Our results demonstrate that compared to befriending, a MD intervention leads to significant increases in MEDAS score, decreases in BDI-II score and increases in QoL scores. These results highlight the important role of nutrition for the treatment of depression and should inform advice given by clinicians to this specific demographic population.