Gli effetti favorevoli di una dieta sana sulla salute cerebrale sono supportati dai risultati di molti studi osservazionali, che suggeriscono come un elevato consumo di verdure a foglia verde, noci e bacche e olio d'oliva possa favorire la riduzione del danno neuropatologico che conduce al declino cognitivo spesso osservato nell’anziano. In questo studio di intervento controllato e randomizzato è stato valutato l’effetto dell’intervento dietetico MIND sulla progressione di queste patologie.
La dieta MIND – che presenta analogie con le diete mediterranee e DASH, di cui è nota l’efficacia in prevenzione cardiovascolare – include alimenti e sostanze nutritive favorevolmente associati alla salute cerebrale, promuovendo il consumo di alimenti come vegetali in foglia, frutta secca a guscio, frutti di bosco, pesce e olio d'oliva e limitando l'assunzione di cibi ricchi di grassi saturi e zuccheri.
I partecipanti a questo studio, con età pari a 65 anni o più, BMI maggiore di 25, una storia familiare di demenza da Alzheimer, ma privi di segni clinici di declino cognitivo all’arruolamento, che seguivano regimi alimentari subottimali, sono stati assegnati in modo casuale, con rapporto 1:1, a due gruppi: a uno è stata proposta la dieta MIND, mentre all’altro, di controllo, una normale dieta a lieve restrizione calorica. Tutti i partecipanti sono stati istruiti a seguire il modello assegnato per 3 anni. L'endpoint era rappresentato dal cambiamento della cognizione globale e di domini cognitivi specifici e dalle modificazioni dell’imaging cerebrale, valutato mediante risonanza magnetica, nel tempo.
Il punteggio indicativo dell’adesione alla dieta MIND è aumentato nell’arco della durata dello studio di circa 3,3 punti nel gruppo randomizzato alla dieta MIND (punteggio al basale 7,7 e 11 al termine della rilevazione) e di 0,7 punti nel gruppo di controllo (da 7,8 punti fino a 8,5). In entrambi i gruppi i partecipanti hanno perso peso durante il follow-up, con una riduzione rispetto al basale di 5,0 kg nel gruppo MIND e 4,8 kg nel gruppo di controllo. Il miglioramento del punteggio cognitivo globale è risultato invece non significativamente superiore nel gruppo che aveva seguito la dieta MIND rispetto a quello di controllo; nemmeno i risultati dell'imaging cerebrale hanno mostrato differenze tra i due gruppi studiati.
In conclusione, questo studio di intervento non ha confermato la validità della dieta MIND come strumento per migliorare l’evoluzione della salute cerebrale in soggetti cognitivamente intatti senza storia familiare di demenza. Sono quindi necessari ulteriori studi per identificare se esista un modello dietetico realmente efficace in questo contesto, e per comprendere quali sono le sue caratteristiche determinanti.
Glossario
Grassi saturi
Grasso solidi a temperatura ambiente. Negli alimenti si trovano combinazioni di acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi e saturi. I saturi si trovano nei latticini ricchi di grassi come formaggio, latte intero, burro, nelle carni, nella pelle e nel grasso di pollo e tacchino, nel lardo, nell’olio di palma e di cocco. Hanno lo stesso apporto calorico degli altri grassi e possono contribuire all’aumento di peso se consumati in eccesso. Una dieta ricca di grassi saturi può anche elevare il tasso di colesterolo nel sangue e quindi il rischio di patologie cardiache.
Trial of the MIND Diet for Prevention of Cognitive Decline in Older Persons
Barnes LL, Dhana K, Liu X, Carey VJ, Ventrelle J, Johnson K, et al.
N Engl J Med. 2023 Jul 18. doi: 10.1056/NEJMoa2302368. Epub ahead of print. PMID: 37466280.BACKGROUND: Findings from observational studies suggest that dietary patterns may offer protective benefits against cognitive decline, but data from clinical trials are limited. The Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay, known as the MIND diet, is a hybrid of the Mediterranean diet and the DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) diet, with modifications to include foods that have been putatively associated with a decreased risk of dementia.
METHODS: We performed a two-site, randomized, controlled trial involving older adults without cognitive impairment but with a family history of dementia, a body-mass index (the weight in kilograms divided by the square of the height in meters) greater than 25, and a suboptimal diet, as determined by means of a 14-item questionnaire, to test the cognitive effects of the MIND diet with mild caloric restriction as compared with a control diet with mild caloric restriction. We assigned the participants in a 1:1 ratio to follow the intervention or the control diet for 3 years. All the participants received counseling regarding adherence to their assigned diet plus support to promote weight loss. The primary end point was the change from baseline in a global cognition score and four cognitive domain scores, all of which were derived from a 12-test battery. The raw scores from each test were converted to z scores, which were averaged across all tests to create the global cognition score and across component tests to create the four domain scores; higher scores indicate better cognitive performance. The secondary outcome was the change from baseline in magnetic resonance imaging (MRI)-derived measures of brain characteristics in a nonrandom sample of participants.
RESULTS: A total of 1929 persons underwent screening, and 604 were enrolled; 301 were assigned to the MIND-diet group and 303 to the control-diet group. The trial was completed by 93.4% of the participants. From baseline to year 3, improvements in global cognition scores were observed in both groups, with increases of 0.205 standardized units in the MIND-diet group and 0.170 standardized units in the control-diet group (mean difference, 0.035 standardized units; 95% confidence interval, -0.022 to 0.092; P = 0.23). Changes in white-matter hyperintensities, hippocampal volumes, and total gray- and white-matter volumes on MRI were similar in the two groups.
CONCLUSIONS: Among cognitively unimpaired participants with a family history of dementia, changes in cognition and brain MRI outcomes from baseline to year 3 did not differ significantly between those who followed the MIND diet and those who followed the control diet with mild caloric restriction.